giovedì 22 giugno 2017

Festina RFFF: programma completo


REFUGEE FOOD FESTIVAL FIRENZE
Dal 26 al 30 giugno cinque ristoranti aprono le loro cucine agli chef rifugiati

Dopo il successo delle due edizioni tenutesi in Francia nel 2016, il Refugee Food Festival, promosso dall'associazione francese Food Sweet Food e l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), arriva quest’anno in 13 città europee, tra le quali Firenze dal 26 al 30 giugno 2017. Refugee Food Festival Firenze è un'iniziativa che parte dai cittadini e viene organizzata localmente da Festina Lente, associazione culturale. L'iniziativa, scommettendo sul potere universale del cibo, ha l'obiettivo di promuovere il superamento di ogni stereotipo e barriera nell'accoglienza. Nella proposta partecipata di menu di qualità ispirati alle cucine del mondo, l'occasione di un’esperienza di condivisione e conoscenza per il pubblico e l'avvio di una rete di opportunità lavorative tra gli chef selezionati ed i ristoranti partecipanti.

La formula è semplice: durante la manifestazione i ristoranti e gli chef locali elaborano menu contaminati da ricette di altri paesi con gli chef rifugiati. Per questa prima edizione i ristoranti partecipanti sono cinque:

lun 26 giugno a pranzo – opening del Festival

Chef Aown Raza presso La Brac - via de Vagellai 18 Firenze, tel 055 094 4877 – propone lavorando a quattro mani con Sacha Sandri Olmio un menu che contamina di ricette pachistane la formula consueta del ristorante: phool gobi, fagioli rossi al garam masala, curry pakora tra le proposte che fanno incursione sulla tavola della Brac.

Menu alla carta – raccomandata prenotazione

mar 27 giugno a cena
Chef Sara Unatu Tagi presso ristorante Quinoa – vicolo Santa Maria Maggiore 1 Firenze, tel 055 290876 – in collaborazione con Simone Bernacchioni prende il timone del ristorante gluten free per una serata dedicata alla cucina etiope: antipasto di falafel e hummus, injera di pollo e verdure con pane di Teff, aibé (uno yogurt colato e lavorato con miele e frutta secca).

Menu fisso costo 20 euro (alcolici a parte) - raccomandata prenotazione

mer 28 giugno a cena
Chef Aown Raza presso Zenzero - via del Ponte Sospeso 22r, info@zenzerocooperativa.it – propone in versione bio le sue ricette con una formula a buffet ma con sedute assegnate. Tra le proposte pachistane: samosa, riso bianco con dhal di ceci, salsa di yogurt e cumino, insalata di pomodori, cetrioli, cipolle, chapati (pane), kheer (dolce).

Costo 15 euro (inclusa bevanda lassi e bicchiere di vino) – raccomandata prenotazione

gio 29 gugno a cena
Chef Masoud Sayed Housseini presso Culinaria De Gustibus Bistrot - piazza Tasso 13r, tel 055.229494 - propone in stretta collaborazione con il team del locale un menu afghano composto da kabuli polow (riso con pollo, verdure e spezie) e burani (piatto vegetariano a base di melanzane, pomodori e mandorle) con dessert zulbia allo zafferano.

Menu alla carta – raccomandata prenotazione

ven 30 giugno dalle 17:00 – grande festa finale
L'evento conclusivo ha luogo presso il Villaggio la Brocchi di Borgo San Lorenzo con attività a partire dalle 17:00 e cena finale presso Ristorante Ethnos, dove lo chef Marco Stabile cucinerà insieme agli chef rigufiati Sara Unatu Tagi, Slay Baki e Zakari Abasse con la proposta di un menu internazione con forti ispirazioni provienenti da Etiopia e Togo. Ad animare l'evento nella splendida cornice della villa con boschetto con vista sulla vallata, l'esibizione del coro multietnico che propone un repertorio di musica popolare, attività per bambini, racconto fotografico del festival a cura degli artisti con status di rifugiato ospiti del Progetto Accoglienza).

Per info e prenotazioni cena – eventi@villaggiolabrocchi.it 0558459800

Tutti gli chef che prendono parte al REFUGEE FOOD FESTIVAL sono professionisti qualificati e hanno deciso di scommettere sul cibo per provare ad aprirsi un’opportunità nel mondo del lavoro. Oltra a gettare le basi per una piattaforma utile al loro inserimento nell'ambito lavorativo della ristorazione, l'associazione culturale Festina Lente si pone come obiettivo quello di superare la distinzione Noi/Loro attraverso la proposta di una manifestazione in cui i ruoli si confondano e lo stereotipo del migrante venga superato in favore di una fertile possibilità di conoscenza diretta e personale delle storie di vita, del patrimonio culinario che tutti ci portiamo dentro come bagaglio importante per la definizione della nostra identità.

Il racconto del festival fase dopo fase nel blog di Festina https://goo.gl/HnjO4k

Seguendo la pagina FB https://www.facebook.com/Festina-Lente-787999381271996/

Food Sweet Food, l'associazione francese dietro il Refugee Food Festival realizza progetti utilizzando il cibo come una porta d’accesso verso gli altri e verso il mondo. Avendo condiviso il cibo con decine di uomini e donne nei loro viaggi intorno al mondo, Marine Mandrila e Louis Martin hanno capito quanto questo sia un modo incredibile per creare legami e scoprire altre culture. Hanno progettato il Refugee Food Festival insieme ad altri cittadini con l'obiettivo di ricordare alle persone che il cibo può abbattere le barriere e aiutarci a superare le nostre percezioni sbagliate. Condividere una pietanza significare condividere qualcosa di unico e universale al tempo stesso: è una porta aperta verso gli altri. Marine e Louis sono anche le menti dietro la serie di documentari “Very Food Trip”, la cui seconda serie andrà in onda il 12 maggio su Planète +. I due hanno anche pubblicato il libro "Very Food Trip", edito da Éditions de la Martinière. Maggiori informazioni sul sito: foodsweetfood.org

“Siamo molto felici di partecipare al Refugee Food Festival di Firenze – sottolinea Cristina Franchini dell’UNHCR. Quella in Toscana è solo l’ultima tappa di un percorso gastronomico che ha toccato diverse citta’ italiane e che ha visto protagonista il binomio cucina e integrazione e che ha evidenziato come la passione per il cibo possa essere un efficace strumento per superare qualsiasi barriera. Mai come in questo momento – conclude Franchini - è necessario stare dalla parte dei rifugiati, persone che non hanno scelto di lasciare il proprio paese e che affrontano una pesantissima sfida, quella di ricominciare da zero in un ambiente nuovo, talvolta diffidente e, nel peggiore dei casi, ostile. Il cibo e’ condivisione, un modo per conoscersi e per stare insieme. E’ un modo per cambiare la percezione sui rifugiati e per scoprire il loro talento”.